Negli anni, grazie alle attività di Cantastorie, abbiamo conosciuto molte persone che abbiamo sempre chiamato affettuosamente “nonni” o “giovani da più tempo”. Le abbiamo conosciute in una fase particolare della loro vita, quella della terza età, e spesso ci siamo ritrovati a immaginare come fossero da giovani, in un tempo lontano dal nostro, farsi strada in quello che ai nostri occhi può sembrare un altro mondo. Come impiegassero il loro tempo libero, cosa facessero di mestiere, quali fossero le loro passioni e abitudini. Frequentando i nonni ogni settimana, abbiamo scoperto molte di queste cose su di loro, tra ricordi più o meno nitidi e racconti preziosissimi.
Abbiamo pensato di costruire con loro una rubrica online qui sul blog dell’associazione, e condividere questi racconti di vita con chiunque voglia leggerli, per imparare a conoscere meglio queste persone che chiamiamo nonni, e scoprire chi erano ieri e chi sono oggi, le loro storie e specialità, ma anche il loro presente.
Raccontare fa bene
In questa rubrica i nonni che frequentano le attività di Cantastorie raccontano se stessi e la propria vita, le esperienze che hanno fatto, oppure le passioni che li hanno ispirati in passato e che inseguono ancora oggi. Un viaggio nei ricordi e nella vita dei nostri nonni, per conoscerli meglio, imparare a condividere, fermarsi un attimo ad approfondire chi abbiamo davanti, e imparare ad ascoltare.
Con il laboratorio “I nonni raccontano”, che si svolge nell’ambito delle attività del progetto “Giovani da più Tempo”, gli anziani sono guidati in un percorso narrativo di sé stessi che stimola la memoria, l’espressività, e la capacità di relazionarsi con gli altri, combattendo atteggiamenti di marginalità e isolamento. I nonni che hanno più dimestichezza sono direttamente coinvolti anche nella scrittura al computer dei racconti dei loro compagni. 😊
La seconda storia della rubrica è quella di Maria, una signora di origine polacca che è con noi a Cantastorie da qualche anno, e che ha deciso di raccontarci la sua vita tra la Polonia e l’Italia.
La storia di Maria
Mi chiamo Maria e sono cresciuta in Polonia. Ho fatto solo le elementari ed ho iniziato a lavorare a 15 anni nel magazzino di una grande azienda di frutta e verdura. Mi sono sposata a 20 anni e avevo tante speranze. Non sapevo invece di aver sposato una persona che non stava bene e che diventava spesso violenta. Con lui ho avuto 4 figlie. Sono stati anni difficili.
A 30 anni ho iniziato a fare la postina ma si guadagnava troppo poco. A un certo punto ho avuto problemi di vista ed ho dovuto fare un intervento agli occhi, ma purtroppo non ci vedevo più bene. Appena le mie figlie si sono sposate tutte sono fuggita qui in Italia. Avevo 54 anni.
Il primo lavoro grazie ad un’amica l’ho trovato a Campo Calabria e lì mi hanno accolto come una famiglia. Magari potessi andare a trovarli oggi. La signora Pina mi accudiva come una sorella, mi faceva i capelli, mi aiutava ad imparare l’italiano. In quel periodo andavo nel parco con un libro per imparare le parole. Facevo la badante ad una signora ma dopo 5 mesi la signora è diventata aggressiva per via della sua malattia ed ho dovuto cambiare. La signora che mi aveva trovato il primo lavoro mi ha mandato a Porto Venere, un luogo meraviglioso.
Dalla finestra
ogni mattina
vedevo il mare.
Lì, mi occupavo di una coppia di anziani, ma anche loro avevano una situazione troppo grave ed io non sapevo come comportarmi. Infatti dopo, la figlia ha preso un’infermiera ed io mi sono trasferita a Pistoia dove sostituivo un’altra badante.
Infine là, ho conosciuto un anziano che mi ha proposto di venire a Quarrata ad accudirlo. Era il 2007 e a distanza di anni io continuo a pensare, anche oggi che non c’è più, che quest’uomo lo abbia messo Dio sulla mia strada, perché Raffaele era un uomo buono, dolce e accogliente, non mi faceva sentire mai sola e mi voleva bene.
Rispondi