Tutti nella vita incontriamo delle difficoltà, e ognuno di noi le affronta in modo diverso. Ci sono persone che prendono tutto di petto e non si piegano mai, e altre che si lasciano abbattere senza reagire. E poi ci sono persone che hanno mille fragilità, e pensieri veloci che corrono in testa e non le lasciano in pace, ma che alla fine dimostrano di avere quello che, forse, conta di più: il coraggio di rimettersi in gioco al momento giusto, di non mollare quando si è al limite, di affidarsi, di tornare a credere in sé stessi e avere fiducia nel futuro. Giulia è una di quelle persone.
Giulia entra nella stanza come un vortice; è allegra, frizzante, con gli occhiali da sole e i pantaloncini sportivi. Abbiamo appuntamento per parlare del suo bellissimo percorso fatto con ORACOLO, il progetto di integrazione socio-lavorativa che ha frequentato per più di un anno e che si è concluso poco tempo fa nel migliore dei modi. Giulia è diretta e genuina; non ci siamo mai incontrate prima d’ora, ma dopo un paio di battute siamo già a nostro agio. E allora ci mettiamo sedute ed entriamo in punta di piedi nella sua storia, ripercorrendo insieme il cammino che l’ha portata ad intraprendere una nuova strada.
Ciao Giulia! Quali sono le azioni del progetto a cui hai partecipato?
Dopo l’orientamento iniziale, considerato il mio amore per il lavoro all’aria aperta, l’equipe composta dalla mia assistente sociale, dalle consulenti del centro per l’impiego di Quarrata, dall’orientatrice del progetto e dalla Responsabile dell’Area Adulti del Pozzo di Giacobbe, mi ha proposto di prendere parte al laboratorio di agricoltura sociale realizzato dal l’associazione Pozzo di Giacobbe. Il laboratorio prevedeva una prima fase di orientamento, così ho iniziato il mio percorso con ORACOLO partecipando agli incontri di gruppo di potenziamento delle life skills guidati dalla mia tutor Diletta.
Dopo gli incontri non ho seguito la parte pratica del laboratorio ma ho fatto subito l’inserimento lavorativo attraverso lo stage in un’azienda agricola a conduzione familiare. E se devo dirti cosa mi è piaciuto di più…senza nulla togliere a Diletta e alle sue lezioni, il lavoro nel bosco non si batte!
Quello del progetto ORACOLO è stato un percorso impegnativo fatto di tanti step e momenti diversi. Quali sono stati quelli che hai apprezzato di più?
La parte degli incontri di gruppo mi è piaciuta molto perché abbiamo ragionato sulle nostre qualità, sulle quali eravamo tutti un po’ scettici all’inizio. È stato un lavoro utile, anche a livello psicologico; mi ha fornito strumenti che oggi ricordo di usare quando devo prendere delle decisioni; ho imparato a riflettere sulle cose e ad essere meno impulsiva. Ma, come dicevo, l’esperienza di lavoro all’aria aperta che ho svolto durante lo stage è stata davvero la chiave di volta del mio percorso.
C’è qualcosa che pensi aver imparato su te stessa grazie a questo progetto?
Certo, diverse cose. Per esempio, una volta abbiamo fatto un esercizio sugli obiettivi raggiunti nella vita: io ero convinta di non averne raggiunto nemmeno uno, vedevo solo delirio dietro di me. E invece ho scoperto che non è così; l’aver preso la patente, il diploma, le mie passate esperienze di lavoro…anche quelli sono stati passi importanti. Per me erano cose scontate, e invece qui ho imparato a dargli valore; mi sono resa conto che il mio passato non era tutto da buttare via, e ho risollevato un po’ la mia autostima.
Poi è stato interessante lavorare insieme sulle priorità e sui processi decisionali…ho imparato a fare schemi mentali per valutare i pro e i contro di qualcosa, e ho scoperto che mi piace confrontarmi su questi argomenti. E devo dire che mi sono anche tornati utili quando, qualche mese fa, ho ricevuto delle offerte lavorative e ho dovuto scegliere in modo razionale cosa fosse meglio per me, sia sul piano emotivo che economico.
Raccontami del tuo stage in azienda agricola…com’è andata? Cosa ti piaceva di quel lavoro?
All’inizio avevo mille ansie, paura di non piacere, di non essere all’altezza. Ricordo che Diletta mi ha accompagnato a conoscere i titolari dell’azienda agricola, quel giorno ero molto agitata. Mi sono vestita bene perché volevo fare bella figura, anche se poi ho pensato che un’azienda agricola non è proprio un posto dove si va con il cappotto elegante! 😊 Ma ci tenevo davvero a quella occasione. Era passato molto tempo dalla mia ultima esperienza lavorativa e mi sentivo insicura. Per fortuna c’era Diletta con me, a calmarmi e darmi sicurezza. Poi, quando ho iniziato, il lavoro mi è piaciuto subito. Pensavo di fare un orticello e invece…mi sono trovata a fare tutt’altro!
Mi svegliavo presto la mattina, e con il freddo dell’inverno andavo nel bosco per tagliare la legna, seduta nel cassone dell’Ape del mio titolare. Anche con lui e gli altri colleghi si è creato un bel rapporto di fiducia… mi hanno accolta e fatta sentire in famiglia. E poi ho guidato il trattore, ho accudito gli animali, andavo nel fango con stivali enormi perché del mio numero erano introvabili (porto il 36!). Un lavoro intenso e stancante, ma molto appagante. Lo stage mi ha fatto sentire viva, libera, competente…mi ha restituito un po’ di serenità.
Ci sono stati momenti critici durante questo percorso, in cui magari hai pensato di mollare, o che non fosse il progetto giusto per te?
Questo no, ho cercato di vivere il progetto con lo spirito giusto, impegnandomi sempre e dando il massimo. Però ci sono stati momenti un po’ bui. Il periodo più critico è stato sicuramente quando, a causa dell’emergenza COVID, ho dovuto interrompere bruscamente la bella esperienza di stage che stavo facendo. Il lockdown è stato duro, e anche in quella occasione la mia tutor è stata fondamentale. Mi chiamava tutti i giorni per sapere come stavo, mi diceva di non mollare e di farmi forza…Ma ritrovarmi da sola per tre mesi senza poter uscire è stato un brutto colpo, soprattutto perché stavo vivendo un momento molto positivo, una crescita a livello personale, e all’improvviso si è fermato tutto. Non sapevo nemmeno se avrei potuto concludere lo stage, e infatti poi non ho potuto finirlo.
Cosa è successo poi?
Una volta finito il lockdown l’azienda agricola non era più in grado di riprendermi per concludere lo stage. Mi è dispiaciuto molto, ma poi c’è stata una svolta davvero positiva! Mi è arrivata infatti una proposta di lavoro come assistente ad una persona anziana proprio grazie al titolare dell’azienda agricola, che, venuto a sapere che una famiglia di sua conoscenza cercava una persona affidabile, e conoscendo le mie esperienze di lavoro pregresse in RSA, ha girato l’offerta a me. È stato un gesto davvero importante, segno del bellissimo rapporto di fiducia e rispetto che abbiamo instaurato durante lo stage. E così oggi, dopo mille avventure, sono felice di uscire dal progetto ORACOLO con un contratto di lavoro della durata di 13 mesi.
Ora che il progetto è finito e cominci una strada nuova, come ti senti? Com’è cambiata Giulia rispetto ad un anno fa?
Mi sento carica, sono fiduciosa; in questo momento ho raggiunto una certa autonomia, qualcosa che ho sempre cercato nella vita. Anche se certe volte è ancora difficile, oggi mi sento più sicura di me stessa e capace di capire che cosa è meglio per me. Concludere il progetto avendo raggiunto l’obiettivo mi fa sentire bene; vuol dire che anche io, allora, ho un posto in questo mondo.
Giulia, conquistando un contratto di lavoro, ha raggiunto l’obbiettivo di performance del progetto ORACOLO. Il suo percorso è stato davvero bellissimo, e noi siamo felici di averla conosciuta e di aver condiviso con lei questa avventura.
Buona strada, Giulia!
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