“Dalla paura al coraggio”, questo il tema della 26^ Marcia per la Giustizia che ogni anno coinvolge molte persone nel tragitto da Agliana a Quarrata, un cammino di pochi chilometri ma di grande significato.
La Marcia per la Giustizia è organizzata dalla Casa della Solidarietà – Rete Radié Resch di Quarrata insieme all’associazione Libera fondata da Don Ciotti e ai Comuni di Agliana e Quarrata, e quest’anno ha visto circa 800 partecipanti camminare fianco a fianco da piazza Gramsci fino a piazza Risorgimento.
Purtroppo Claudio e Paola Regeni, genitori del giovane Giulio, il ricercatore italiano torturato e ucciso in Egitto nel 2016, hanno comunicato di non riuscire a prendere parte all’evento, esprimendo comunque la loro vicinanza alla manifestazione. Dopo la marcia, il primo a portare la propria testimonianza è stato Diba, un ragazzo giovanissimo, ospite della comunità di Don Massimo Biancalania Vicofaro, Pistoia. Appena 19 anni e già tante sofferenze da raccontare, in un italiano stentato ma efficace: la fuga dal Senegal da adolescente a causa della povertà estrema, il viaggio attraverso molti stati dell’Africa e il deserto, poi l’arrivo in Libia, il lavoro forzato, i maltrattamenti, la guerra. La paura di morire ogni giorno. E infine una speranza, la fame e il lavoro duro per raccogliere qualche soldo, il viaggio in mare, l’Italia. Adesso Diba si sente al sicuro, e dice di essere siciliano. Perché in Sicilia ha trovato persone buone che lo hanno accolto e aiutato, restituendogli un’opportunità. Così adesso anche lui, finalmente, riesce ad intravedere il suo futuro: vuole studiare, lavorare qui, costruire qui.
Oltre a Diba sono intervenuti il Sindaco di Quarrata Marco Mazzanti, Don Biancalani e Mohamed Ba, attore e musicista senegalese che ha raccontato in un monologo l’aggressione subita a Milano 10 anni fa. L’artista è stato accoltellato in pieno pomeriggio alla fermata dell’autobus da uno sconosciuto che asseriva non ci fosse posto per uno come lui in quella città. Mohamed ha trascorso un’ora intera riverso sull’asfalto nell’indifferenza generale; un’ora intera, prima di raccogliere tutte le sue forze trascinarsi in mezzo alla strada, dove le macchine sono state costrette a fermarsi per non investirlo.
Infine con Antonietta Potente, teologa domenicana, si è parlato del concetto di indifferenza, mentre Don Luigi Ciotti ha sottolineato che il silenzio, l’inerzia, l’ipocrisia, la mancanza di coraggio sono complici del male, e che servono politiche a sostegno dei più vulnerabili: migranti, poveri, giovani. Ma per fare tutto questo bisogna iniziare a seguire una logica diversa: la logica del noi, perché, per usare le parole di don Ciotti, “la vera riforma comincia dalle coscienze”.
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